Dare voce agli emiliano-romagnoli all’estero, costruire ponti con le associazioni, puntare sulle nuove generazioni e creare opportunità sul fronte imprenditoriale e accademico. Matteo Daffadà, nuovo presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, esprime “Grande soddisfazione per una nomina che vede riconosciuto un lungo percorso di impegno e vicinanza al mondo dell’emigrazione, un impegno costante e una rete di relazioni fatta di scambi, conoscenza reciproca e rapporti di amicizia autentica” ed elenca le priorità del suo mandato. Alla guida dello storico organismo che quest’anno compie 50 anni, Daffadà sottolinea a 9colonne l’importanza di “consolidare le associazioni storiche e di intercettare le nuove emigrazioni”. Ma non solo giovani: lo “sguardo nuovo” verso il futuro è rappresentato anche dalle imprese e dalle istituzioni accademiche. “Costruire ponti e cogliere le opportunità dal punto di vista economico e formativo, tenere stretti i legami, rafforzare i rapporti con le associazioni e intercettare chi oggi non è all'interno di questo circuito, ma che ha voglia di dare la propria disponibilità”, spiega il neopresidente, che pone l’accento anche sulla valorizzazione del cosiddetto “turismo delle radici”.
"Come amministratori e quali rappresentanti delle comunità locali, abbiamo sempre considerato prioritario mantenere vivo e strutturato il legame con i nostri concittadini emigrati e con le nuove generazioni di discendenti. È un filo che non si spezza: lega storie, affetti e identità, e rappresenta una ricchezza preziosa per i territori di origine e per chi, ovunque si trovi nel mondo, continua a sentirsi parte di questa terra”, prosegue. “Non si tratta solo di un richiamo affettivo, ma di un vero e proprio progetto di valorizzazione delle relazioni tra territori di origine e comunità emiliano-romagnole nel mondo. Abbiamo sempre tenuta aperta la porta a chi è partito e, nel farlo, ci siamo impegnati a tenere accesa la luce su un rapporto che può generare scambi culturali, opportunità economiche e collaborazioni durature. In questo contesto, la proposta della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo rappresenta un passo strategico: uno spazio di rappresentanza e co-progettazione, capace di dare voce, idee e prospettive a chi desidera riconnettersi con le proprie radici. Siamo pronti a lavorare insieme per una Consulta come strumento concreto per rafforzare il dialogo e alimentare questa cultura di appartenenza al paese di origine e questa voglia di italianità”, conclude Daffadà. (sip - 20 mag)
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